Arroccata su un sentiero collinare a 647 metri s.l.m., ai confini tra l'Irpinia e la Daunia, la cittadina domina i colli del Subappennino dauno meridionale, proprio lì dove questo digrada e dove comincia l'immensa pianura del Tavoliere delle Puglie, in una posizione di controllo lungo la valle del Cervaro, via di collegamento secolare fra le coste adriatica e tirrenica. Città antichissima, importante centro osco-dauno, sperimentò presto la potenza romana. Durante le guerre sannitiche, i romani la distrussero, ma considerandone la strategica collocazione, mandarono coloni a riedificarla chiamandola Vibinum. Dopo la guerra sociale, divenne colonia romana e venne riconosciuta città municipale. Crollato l'impero romano, subì prima la dominazione Longobarda e poi quella Bizantina. Fu poi la volta dei Normanni che, per opera di Dragone, la incendiarono e la rasero completamente al suolo (1045). Sulle sue rovine la cittadina venne nuovamente ricostruita e, sull'antica rocca, Dragone fece innalzare il suo castello. Ai Normanni successero gli Svevi e i D'Angiò. Successivamente fu sotto il dominio dei Conti di Loretello e di altre importanti Casate e, in ultimo, dei Duchi di Guevara, potenti Signori della Navarra, che hanno governato per molto tempo il suo territorio assicurandole pace e prosperità. Antichissima la sua Diocesi, che ha visto avvicendarsi sul suo soglio episcopale più di settanta vescovi, fra cui personaggi di altissima statura, umana e cristiana. A documentare oggi la storia di Bovino vi sono i suoi monumenti, i musei, le chiese, le varie iscrizioni, il caratteristico centro storico, punti i riferimento insostituibili per quanti intendano conoscere e approfondire il suo plurimillenario passato.
Curiosità A Bovino, pia e devota usanza, perpetuata nel tempo , è quella di suonare a tocchi lenti e ripetuti la grande campana del Duomo, che prende il nome di San Marco Protettore, ogni qualvolta il terribile favonio (faùgne) infuria con violenza inaudita su queste contrade, danneggiando le campagne e l'abitato. si riteneva infatti che il suono della campana avesse il prodigio di placare le impetuose folate di vento. La vera ragione per la quale si costumò sempre far suonare a martello il sacro bronzo, è comunque non già perchè il suono della campana riesca a calmare la tempesta, ma perchè quei rintocchi devono invitare tutti i cittadini ad una preghiera collettiva (appunto perchè i danni sono collettivi) da rivolgersi al Santo Patrono, affinchè, col suo intervento, plachi la furia distruttrice del vento. A tal proposito va ricordato un episodio risalente a prima della caduta dei Borboni, allorquando un cultore di scienze morali e politiche e anche poeta, tale Clemente de Caesaris, costretto a dimorare coattivamente a Bovino, ebbe a scrivere due versi satirici su questa "curiosa" consuetudine: "A Bovino, tra l'altre cose strane / cacciano il vento a suon delle campane".
Eccellenze Eno-gastronomiche e/o Monumentali
- olio d'oliva
- Piatti di cucina :
cingoli e broccoli cingoli con la mollica verdura mista soffritta pancotto con rucola e patate tacconi con i talli cutturiello di agnello
- Dolci :
pastone con ricotta taralli con le uova biscotti con mandorle e noci squarcella (ciambella ricoperta di glassa di zucchero e policromi confettini) calzoncelli ripieni di pasta di castagne con canditi e vincotto canestrelle di pasta frolla sfrigoli ciccie cuotte
- Centro storico (portali e stemmi in pietra, palazzetti gentilizi)
- Castello Ducale
- Basilica Cattedrale
- Chiesa di San Pietro e altre minori
- Tratti di mura di cinta "opus reticulatum"
- Resti di antico acquedotto romano
- Servizi culturali : Museo Civico - Diocesano - della Civiltà Contadina
Contatti Municipio Piazza Municipio 12/13 Tel. 0881 966720 Fax 0881 966721 www.comune.bovino.fg.it
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Informazioni Turistiche Piazza Municipio 12/13 Tel 0881 966720 Fax 0881 966721
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